La coerenza è davvero un bene raro
di Massimo Mezzetti*
Paolo Nerozzi, candidato per il Partito Democratico nella stessa regione in cui il Pd presenta come capolista il presidente di federmeccanica, fautore dell'abolizione dell'articolo 18 e grande sostenitore della legge 30, ha accusato La Sinistra - l’Arcobaleno di non occuparsi dei lavoratori.
Ci saremmo aspettati almeno la dignità del silenzio. La posizione di Nerozzi è imbarazzante. Si trova ad essere candidato in un partito che ha attaccato sino all'altro ieri per le sue posizioni di equidistanza tra lavoro e impresa. Vorrei chiedere da giorni a Paolo cosa sia cambiato da allora, a parte la certezza del suo posto nel prossimo parlamento.
Le liste de La Sinistra – l’Arcobaleno vedono la presenza di centinaia di lavoratori e lavoratrici, molti precari, giovani e non. La differenza fra noi e il PD è che i nostri candidati non sono usati come “madonne pellegrine” da portare in giro e mostrare come trofei di caccia. Forse perchè non abbiamo bisogno di foglie di fico per coprire la selva di candidati espressione delle peggiori logiche confindustriali. Nerozzi ha bisogno di urlare per denunciare quello che, impropriamente, definisce uno “scandalo”. Si sa, i vasi vuoti sono quelli che fanno più rumore. A corto di argomenti per giustificare le sue rocambolesche giravolte ha bisogno di attaccare i suoi compagni di un tempo. Un classico degli “ex”.
Il nostro ex sindacalista si compiace di come Veltroni sappia mantenere le promesse. Verso di lui, sicuramente. Verso il mondo del lavoro, e soprattutto verso quella Cgil che è palesemente preoccupata dalle posizioni del Pd su lavoro e impresa, no di certo.
Ricordo quando Nerozzi, su “Aprileonline” del 3 dicembre del 2007, tuonava contro le notizie pubblicate da Liberazione e Manifesto rispetto alla "rottura" tra lui e Sinistra Democratica: "sono solo falsità!".
"E' incredibile, quante bugie vengono mese in giro”, insisteva Nerozzi, “….Le forze politiche si costruiscono su valori, sulle pratiche e sui comportamenti. Questo dovrebbe valere se si vuole veramente costruire una sinistra senza aggettivi. ….Guarda – proseguiva Nerozzi - cito il Vangelo: nei fatti si verificherà la verità! Il problema è che quando non si è d'accordo con una persona la si demonizza, è un vecchio metodo che appartiene al secolo scorso e che ha procurato tanti danni al movimento operaio. Partire così, non è certo il miglior sintomo per dar vita ad una cosa nuova”.
Alla domanda: dove andrebbe, allora Nerozzi? Lo stesso Nerozzi rispondeva: “in Cgil. I sindacalisti fanno i sindacalisti …… proprio in una rappresentanza politica dilaniata del lavoro si può fare politica facendo anche "solo" il sindacalista. E' una concezione terzointernazionalista quella che ci si debba "accasare" per forza. La politica si fa anche attraverso forme diverse”.
E’ proprio vero quello che affermava un saggio letterato francese del ‘700: è più facile dire continuamente cose nuove piuttosto che essere coerenti con quelle precedentemente dette.
*Consigliere Regionale e Coordinatore SD Emilia-Romagna
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