Se uno sogna insieme a molti altri è la nuova realtà che comincia
In questo intenso e complesso avvio di campagna elettorale - che vede nel nostro Paese la Sinistra impegnata non solo ad affermare le sue ragioni ma anche a ripensare e a ridefinire in termini plurali ma unitari la sua funzione - si avverte sempre piu’ una domanda provenire dalle giovani generazioni: una domanda non tanto e non solo di partecipazione ma soprattutto di senso, che interroga la politica e in particolare proprio la Sinistra Arcobaleno.
Oggi più che mai infatti le ragazze e i ragazzi ci chiedono un luogo, uno spazio politico che dia risposte a quella loro profonda inquietudine, a quella loro voglia di non arrendersi, di non cedere all’idea di vivere in un Paese vecchio corrotto ed egoista, incapace di pensare il futuro, incapace di riconoscere il merito e i talenti, incapace di impedire che un giovane operaio ogni giorno perda la vita per guadagnare non più di 1000 euro al mese. C’è un enorme domanda di politica, c’è voglia di combattere, di esserci, di impegnarsi.
In questo senso noi non possiamo dimenticare che la nostra generazione vive e conosce una dimensione immensamente più grande di relazioni e di consapevolezza di quello che accade nel mondo: la lotta per la pace, il bisogno di giustizia sociale, le grandi questioni sollevate dai mutamenti climatici, il libero accesso al sapere, la lotta contro il razzismo, la richiesta di nuovi diritti civili e sociali, il sogno di costruire una società più giusta: questi sono obiettivi e passioni che una significativa parte della nostra generazione persegue e conosce e sui cui determina le proprie scelte politiche.
Ora la Sinistra deve dare voce e strumenti a chi fino ad oggi si è organizzato da solo o con la propria associazione o con un gruppo di amici e compagni a scuola o all’università, nella periferia metropolitana o nel paese di provincia: perché la politica e la stessa Sinistra sono più larghe e più grandi di questa o quella organizzazione, di questo o quel singolo partito. E questa è una consapevolezza che non ci deve abbandonare, soprattutto oggi nel momento in cui tanti invece vorrebbero ridurre e relegare la presenza della Sinistra nel nostro Paese a mera testimonianza.
Se noi vogliamo essere davvero il luogo in cui questa generazione può costruire una politica e una Sinistra nuove dobbiamo allora fare ogni sforzo - anche in questa campagna elettorale - per colmare quell’enorme divario che si avverte a mille chilometri di distanza fra la politica melmosa dei giochi di potere e la nostra capacità di cambiare davvero le cose, di essere parte di una grande sfida collettiva, fatta di tante e diverse storie.
La politica infatti soffre oggi di una grave forma di delegittimazione e distacco che tocca anche le giovani generazioni, ma questa sfiducia, questo scollamento, questa atomizzazione della società, non si argina di certo facendo finta di nulla, giocando con gli slogan o peggio perseguendo l’imitazione dei modelli populisti della destra, solo in “salsa democratica”. Una politica che invece dovrebbe essere chiamata a combattere nuove e pericolosissime forme di alienazione e solitudine: la solitudine dei giovani precari, la solitudine dei giovani migranti, la solitudine delle grandi periferie urbane, la solitudine che nasce dall’impossibilità di accedere al sapere, alle opportunità di una società della conoscenza in cui chi non può viaggiare, non può studiare, non può collegarsi alla rete vive una condizione di debolezza e chiusura amplificate oltre ogni immaginazione.
Per questo – a partire dalla campagna elettorale che giorno per giorno stiamo affrontando - la nostra deve essere una politica del fare, capace di costruire e diffondere cultura e consapevolezza, capace di organizzare mobilitazione e battaglie, capace di trasmettere passione e speranza. È evidente in tal senso che di fronte a noi si delinea una grande sfida per l’egemonia, per dare il segno alla strada che dovrà portare alla rinascita della politica: una sfida che solo una Sinistra unitaria e plurale al tempo stesso può comprendere e tentare di vincere. Infatti dopo la sfiducia e il distacco viene un tempo in cui alle giovani generazioni va offerto un pensiero, una visione del mondo, un’idea di società, un progetto nel contempo individuale e collettivo per costruire il futuro: quel tempo è oggi e a farlo deve essere, con grande generosità, la Sinistra Arcobaleno. Sapendo che l’alternativa sarebbe l’Italietta triste e squallida dei ricchi potenti e cafoni, dei ladri celebrati come eroi purchè rubino evadendo le tasse, dei fascisti in doppio petto.
Tra le giovani generazioni si gioca quindi una battaglia decisiva, che possiamo e dobbiamo vincere.
Oggi più che mai tornano alla mente poche eppure importanti parole che, da Porto Alegre in poi, hanno accompagnato in questi anni di passioni e speranze tante e tanti di noi, parole che nella loro semplicità dicono esattamente tutto quello che sentiamo e tutto quello che dobbiamo fare: “Se uno sogna da solo, è solo un sogno. Se uno sogna insieme a molti altri, è la nuova realtà che comincia”.
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