Loris Campetti "il manifesto" 19 agosto
L'Italia ha una classe dirigente ipocrita e miope. Chi governa l'economia e la politica ci assorda con grida di dolore per la mancanza di sicurezza. Nel suo nome si sono militarizzate città, si sono blindati confini e porti; violando i principi costituzionali si separano uomini e donne da altri uomini e donne per razza, per paese, per censo. I sindaci si fanno sceriffi per difendere, ai semafori e nei cassonetti, i «diritti democratici» di una popolazione spinta a vivere in una torre d'avorio, sotto la minaccia di corpi estranei: rom, immigrati, poveracci.
Sicurezza, leggi speciali, cultura d'emergenza. Peccato che la sicurezza che si difende è sempre quella della proprietà, non della persona.
Si vuol difendere la villa del nordest, non chi la abita. Si vuol difendere il benessere assediato dalla povertà spacciata come criminalità. La sicurezza sociale, cioè delle persone, il diritto per milioni di giovani di costruirsi un futuro o dei più anziani di non essere costretti a farsi multare mentre infilano mani e testa nei cassonetti, non ha voce, e sempre meno sponsor. L'Italia è il paese europeo con più addetti alle forze dell'ordine in rapporto al numero di reati, che invece è inferiore o in linea con gli altri paesi dell'Unione. Ma è anche il paese in cui si muore di più sul lavoro, o sulle strade e autostrade.
Il licenziamento di Dante De Angelis, macchinista ferroviere, simbolo della lotta per la sicurezza di chi lavora e di chi viaggia sui treni mette a nudo, più che la ferocia di un nuovo padrone delle ferriere, l'imbroglio nazionale che sta dietro la crociata per la sicurezza.
Non è il nuovo padrone delle ferriere ma l'amministratore delegato delle Ferrovie, quel Mauro Moretti che ha impedito a Dante di prendere la guida dell'Eurostar Roma-Rimini, il giorno di Ferragosto. Non viene dalla scuola dei Chicago boys, ma dal vertice della Cgil. Dice che Dante è stato licenziato perché ha denigrato l'azienda, la compagnia di bandiera delle nostre ferrovie, solo perché chiede più attenzione nella progettazione e nella manutenzione dei treni che si spezzano in due o che si scontrano tra loro. Che ci sia un problema di usura, si chiede e chiede a chi ha la responsabilità del servizio? E chiede più rispetto e diritti per chi lavora nei treni e sulle linee ferroviarie.
Dunque, il problema per Moretti non è la sicurezza degli utenti e dei lavoratori, ma il buon nome dell'azienda che va difeso tacendo le cause degli «incidenti», nascondendoli dove possibile. Perché, fa sapere Moretti, il monopolio delle Fs è messo a rischio dalla liberalizzazione, arrivano pericolosi competitor. Per vincere servono risparmi, ordine, cieca obbedienza, sacrifici umani, omertà. Che muoiano pure i ferrovieri, gli operai della manutenzione, i passeggeri, l'importante è salvare l'onore della compagnia.
Nel paese della ThyssenKrupp, della Umbria Olii, delle Ferrovie, il licenziamento del più impegnato tra i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza ha svelato l'imbroglio, e noi ci sentiremo più sicuri solo quando il delegato macchinista De Angelis riprenderà la guida dell'Eurostar.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento