martedì 17 febbraio 2009
Rappresentare il lavoro, la missione di SInistra Democratica
La Sinistra, per essere moderna e popolare, deve tornare a rappresentare il lavoro; ma oggi questo cosa vuol dire? E’ la chiara affermazione “da che parte e con chi si vuole stare” e al contempo “un’ammissione di ignoranza, della difficoltà di capire e interpretare realtà e bisogni profondamente cambiati delle lavoratrici e dei lavoratori”. Da qui è partita – racconta Titti Di Salvo - l’idea della ricerca nazionale di Sinistra Democratica sul rapporto tra lavoro e politica, dal titolo La Sinistra al lavoro.
Il convegno di presentazione ha luogo in una giornata politicamente significativa, quella di venerdì 30 gennaio, per Torino e il Piemonte, giocata in pochi metri quadrati del centro cittadino: il convegno di SD nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris, l’inaugurazione della sede regionale del PD, alla presenza di Walter Veltroni, con alla porta le bandiere rosse del presidio del PdCI e di Rifondazione, il confronto tra alcuni parlamentari del PD e i portavoce dell’associazione “Per la sinistra” nella conferenza stampa contro lo sbarramento del 4% alle europee.
L’allestimento di una seconda sala in videoconferenza, per rispondere alla grande affluenza, il riconoscersi nei volti sorridenti, contenti di essere lì ed essere in tanti, hanno stemperato la tensione e hanno dato conferma all’idea che Sinistra Democratica non si tira indietro – come ha sostenuto il capogruppo Pier Giorgio Comella – perché è una forza di sinistra seria, che vuole costruire un confronto di pari dignità con il PD e il centrosinistra, che ha le competenze e le capacità per farlo, che ha idee e proposte concrete di cambiamento.
“Perché è nostro dovere avanzare proposte, favorire conoscenza e formare coscienza” – sostiene Mussi. Anche per curare la crisi economica non iniettando nel sistema gli stessi virus che l’hanno provocata, ma partendo dall’assunto che la crisi dipende dalla lotta di classe: il libero mercato non esiste, esiste invece un complesso rapporto di forze che si contrappongono attraverso il conflitto tra capitale e lavoro. Una sinistra popolare deve dare centralità alla questione del lavoro, per ricostruire una nuova sinistra e un nuovo centrosinistra.
La ricerca, coordinata da Francesco Garibaldo e Emilio Rebecchi, parte da Torino, nel cuore della crisi industriale, e sarà poi estesa a Roma e a Taranto, “dove c’è la classe operaia più giovane d’Italia e anche la più sconosciuta e la più sola”. La metodologia scelta è quella dei gruppi di discussione, a partecipazione volontaria, lo strumento più idoneo a sondare una realtà che non si conosce senza imbrigliarla in griglie preconcette, che diventa “anche un messaggio di umiltà”.
Le ultime questioni intorno al mondo del lavoro sono entrate nel dibattito, con gli interventi di Massimo Roccella, docente di diritto del lavoro, sul “fantasma dell’accordo separato”, Betty Leone, che ha ricordato come le prime leggi di Obama hanno riguardato la parità nel lavoro tra donne e uomini, e Gianni Rinaldini. Il segretario della FIOM avverte che “la crisi economica è destinata a peggiorare e si sta trasformando in emergenza sociale, che può diventare esplosiva e difficilmente governabile”. La soluzione è nella scommessa su misure che guardino al futuro, non alla contingente emergenza, e arrestino il disegno autoritario del governo: dal blocco dei licenziamenti, alla revisione degli ammortizzatori sociali e della cassa.
Nel concludere, dopo oltre tre ore di discussione e con le sale ancora piene di gente, Claudio Fava si è soffermato sulla necessità di una resistenza decisa alla pericolosa regressione democratica, al modello autoritario di democrazia che si sta imponendo nel nostro paese attraverso l’accordo sul contratto, definito “storico” da Sacconi, la riforma Gelmini, l’idea che il metodo è merito. SD non teme lo sbarramento del 4% alle europee, ma denuncia con forza il baratto tra PD e PdL, lo scambio consociativo che ha portato a questo accordo, che vuole “cambiare le regole del gioco negli ultimi cinque minuti della partita”. La questione sociale e la questione morale sono questioni politiche, che afferiscono la democrazia. “Il contributo di innovazione di Sinistra Democratica è nel convegno di oggi, è nelle 13 regole presentate oggi in 100 consigli comunali aperti, in tutta Italia, è in un progetto per fare della sinistra un luogo che torni a rappresentare il lavoro e una risorsa politica “nelle” istituzioni, un luogo “possibile” di questo paese. Non siamo qui per chiedere di sopravvivere, ma per dire ciò che la sinistra può fare per aiutare il nostro paese.”
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