venerdì 11 aprile 2008

Per la Sinistra Arcobaleno, quella di oggi e quella di domani


di Fulvia Bandoli

Se non si cresce non c’è nulla da ridistribuire. La crescita prima di tutto e il Pil come totem. Questo è il tema della campagna elettorale del PDL ma purtroppo è diventato anche il motivo dominante di quella del PD. Dopo aver rotto con la Sinistra Arcobaleno il Pd si definisce un partito di centro democratico, o semplicemente di centro, come dice Marco Follini che riconosce il Pd come la nuova Dc.
La Sinistra Arcobaleno parte da altri presupposti: una forza politica che vede il mondo e le sue contraddizioni globali ha il coraggio di dire al Paese cosa deve crescere e cosa invece deve decrescere. Devono crescere, ad esempio,i servizi immateriali, i trasporti di merci su ferro e per mare e i mezzi pubblici per le persone, il risparmio energetico e le energie rinnovabili, il salario e gli stipendi, la sicurezza e il ruolo sociale del lavoro, l’agricoltura non modificata, le reti idriche, l’edilizia di manutenzione e di recupero , l’impresa sociale, i diritti. Devono diminuire le rendite, le speculazioni edilizie e finanziarie, l’uso di cemento che ci vede tra i primi Paesi nel mondo, il trasporto di merci su gomma, la dipendenza dal petrolio, il numero di automobili, la chimica più inquinante, le spese per armamenti ( che negli ultimi dieci anni toccano il picco). La chiave di volta è una idea di sviluppo fondata sulla riconversione ecologica di settori importanti della nostra economia. Una diversa concezione dei consumi,dei cicli produttivi e delle merci. Lanciare allarmi sui cambiamenti climatici e sui limiti delle risorse naturali non vale nulla se si rinuncia ad indirizzare lo sviluppo verso altri fini, anche attraverso indirizzi chiari e forti dello Stato in economia. Il cambiamento del modello di sviluppo liberista è il nostro obiettivo e la riconversione ecologica dell’economia è l’insieme di riforme da mettere in campo per conseguirlo. Spesso la Sinistra non ha saputo vedere quanta giustizia sociale passi attraverso la riconversione ecologica, e ha sbagliato. Proviamo a pensare all’acqua. Di quale giustizia sociale si può mai parlare in un mondo nel quale una parte enorme di persone non ha accesso all’acqua? Che l’acqua resti un bene comune, un diritto, e che la gestione delle reti resti pubblica è una scelta precisa, di sinistra, redistributiva, antiliberista. Il Pil misura in modo indifferenziato la produzione di un Paese, non ci parla degli squilibri. Il Pil non misura i diritti e non li garantisce, non riequilibra le risorse, non ci parla di democrazia, non si cura della sicurezza sul lavoro, non ci dice che stiamo consumando troppo territorio agricolo, che cementifichiamo le coste ( vera risorsa per un turismo di qualità), che abbiamo il 40 per cento di acqua che si disperde . Il Pil è un indicatore nudo e crudo.
Lo consideriamo, ma non è la bussola della Sinistra. A noi interessa il benessere economico netto . Il disco rotto della crescita indifferenziata gira sulla piastra da molti anni. E da molti anni nulla di buono cresce. Noi lavoriamo invece per l’aumento della qualità sociale e ambientale dello sviluppo. Questo è un pezzo del nostro programma, un tratto della cultura politica della Sinistra che vorrei.
Quella di oggi è una sinistra unita in una lista elettorale, un passo avanti non scontato, un primo segnale. Quella di domani dovrà essere una nuova forza politica. Oggi non stiamo insieme perché ci sono le elezioni. Stiamo insieme perché è nato il Pd. La nostra proposta politica, culturale, programmatica non si ferma al 13 Aprile. Dopo il voto non possiamo riporre il simbolo in un armadio e tornare ognuno nei propri perimetri precedenti. Ci è toccato un compito: ricostruire una Sinistra in questo paese. E’ una sfida enorme e di frequente misuro la mia inadeguatezza. Confido però in quell’ agire politico collettivo che altre volte ha superato le nostre singole e umane debolezze. Ma dopo il voto non basterà neppure restare insieme….dobbiamo traformarci in una Sinistra popolare, radicata socialmente, plurale nelle sue culture, aperta alla partecipazione e democratica nelle decisioni, capace di una cultura che si misuri con le contraddizioni dello sviluppo e che sappia proporre soluzioni alternative e credibili. Coloro che guardano alla Sinistra Arcobaleno, e che la votano , vogliono partecipare ad un progetto, contribuire alla costruzione, mettersi in gioco. Trovo dunque molto azzeccata l’idea di ritrovarci a Firenze il 19 Aprile e ringrazio Ginsborg e tutti coloro che l’hanno proposta.

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