lunedì 7 aprile 2008

contro la precarietà


7 Aprile 2008
Contro la precarietà, perchè un mondo migliore è possibile
autore: redazione

Lo ripetiamo ormai da così tanto tempo che ci sembra quasi banale continuare a farlo: siamo contro la precarietà. Suona banale anche perché apparentemente anche le altre forze politiche (specialmente in campagna elettorale) si dicono contro la precarietà.
Noi siamo contro alla precarietà sia come incertezza contrattuale, sia come precarietà di vita, come deprivazione del futuro. Per questo dedichiamo a “Diritti del lavoro e lotta alla precarietà” la nostra quarta e ultima giornata tematica.

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La precarietà è lo strumento attraverso il quale si è riusciti ad annullare le conquiste della sinistra italiana, pur senza cancellarle direttamente: lo Statuto dei lavoratori, massima architettura legislativa in difesa dei diritti di chi lavora, è ancora in piedi eppure oggi i padroni, attraverso leggi liberiste, possono aggirarlo.
Ma non è solo questo. La precarietà è iniziata come un problema contrattuale (il pacchetto Treu che ha introdotto figure come il cococo, e poi la legge 30 del governo Berlusconi, che ha trasformato i contratti di lavoro in merce da supermarket), ma oggi investe in pieno da un lato l’intero sistema produttivo (ivi compresi i dipendenti con contratto a tempo indeterminato) e dall’altro le vite stesse dei lavoratori.
Il sistema produttivo italiano infatti, travolto dalla globalizzazione neoliberista, ha messo in mostra tutte le sue anomalie, dall’assetto “familiare” del capitale all’incapacità di una classe politica di dare risposte convincenti, fino ad arrivare alla situazione attuale. Persino oggi in cui è evidente che il sistema neoliberista sta entrando in forte crisi (vedi negli Usa la situazione drammatica dei mutui e delle banche), la classe politica italiana (questa volta sì in maniera bipartisan) sembra non avere ricette alternative e allinearsi con le posizioni più di destra. Forse ancora troppo piena dell’idea del “dio-mercato” (il mercato come il migliore strumento possibile per dividere le risorse tra la gente) ancora oggi ripropone le stesse ricette: liberalizzazioni, riduzione delle tasse, privatizzazioni, abbassamento del costo del lavoro.

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