lunedì 22 dicembre 2008

Auguri!

Per me la Sinistra

Per me la sinistra è prendere per mano la persona che mi sta accanto,
non avere paura di camminare per le strade,
vedere negli occhi di chi viene in Italia a cercare una speranza
gli stessi occhi dei nostri padri e dei nostri nonni
che quella speranza la cercarono pochi anni fa
non un secolo fa,
in viaggi di nevi e lacrime
verso un altro luogo, un altro orizzonte,
reduci dalla fame, dalla luce nera, dalle macerie.
Per me la sinistra è la forza della memoria,
la cicatrice che diventa comprensione.
il dolore che si trasforma in tolleranza,
il passato che è una porta spalancata sul futuro,
sono i nostri figli
la nostra voglia di libertà, di pace,
di nuvole da contare e raccontare.
Per me la sinistra è la terra dura, la zappa del contadino,
lo studio per tutti,, il razzismo sepolto dai colori,
un fiume che si chiama giustizia,
l’allegria di essere per gli altri e con gli altri.
Insieme. Uniti. Felici
Darwin Pastorin

giovedì 18 dicembre 2008

Documento SD Terni sulla riforma del decentramento

RIFORMA DEL DECENTRAMENO DEL COMUNE DI TERNI
Documento di Sinistra Democratica – Terni

Il presente documento, elaborato dalla Consulta degli eletti di SD nelle istituzioni, ha lo scopo di proporre all’intero schieramento della Sinistra una riflessione generale sulla riforma del Decentramento, in virtù delle novità introdotte dalla Finanziaria del 2008.
Dopo le proposte per le modifiche statutarie approvate dalla Commissione Comunale, proposte da noi condivise, auspichiamo che si apra un ragionamento tra le forze del centrosinistra per quanto riguarda il nuovo Regolamento.
Tutto questo per arrivare ad una Riforma che migliori il ruolo delle Circoscrizioni e porti anche ad una maggiore partecipazione dei cittadini alle scelte che li riguardano.
il documento che segue è stato elaborato nel mese di ottobre.


*****

Visto e considerato che l’art. 2 comma 29 della sopraccitata legge stabilisce che i Comuni con oltre 100000 abitanti possono istituire le Circoscrizioni a condizione che le stesse abbiano un numero medio di abitanti non inferiore a 30000, ne consegue che a Terni se ne possono realizzare al massimo tre.
Visto e considerato che il Decentramento è uno strumento democratico fondamentale di partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa della città e che Terni sotto questo aspetto vanta una trentennale esperienza al riguardo, tra una delle più avanzate e significative realtà del nostro Paese, che ha permesso ai cittadini di essere parte propositiva e attiva nelle scelte operate dall’Amministrazione Comunale; pensiamo che sia opportuno salvaguardare tale patrimonio.
Prima di entrare nello specifico, e quindi iniziare a discutere di come costituire questa nuova forma di decentramento, vorremo fare una riflessione più generale sull’argomento anche in virtù delle recenti riforme dello Statuto e del Regolamento introdotto dal Comune di Terni nel corso della Giunta Raffaelli.
L’introduzione dell’elezione diretta dei Presidenti ha prodotto un nuovo protagonismo ( a volte eccessivo) delle Circoscrizioni al quale non sempre ha corrisposto un adeguamento degli atteggiamenti da parte della Giunta e più in generale della struttura amministrativa centrale.
Si è registrato nel corso di questi ultimi cinque anni una diffusa crisi di rapporti fra Circoscrizioni è Giunta Comunale, spesso segnata da tensioni, conflittualità ed incomprensioni e tutto questo nonostante il centrosinistra governasse in tutte e nove le Circoscrizioni.
In questi anni, le Circoscrizioni si sono lamentate di scarsa attenzione, scarsezza di mezzi e risorse, si è spesso generata una situazione di conflittualità con il Centro, ed un confronto di questo tipo non è certo utile e non produce risultati.
Il tema da affrontare con la nuova Riforma, quindi, sarà quello di una nuova ripartizione di ruoli fra i diversi pezzi dell’Amministrazione, una nuova riorganizzazione della macchina comunale che risponda innanzitutto agli interessi dei cittadini.
Occorre che ognuno compia uno sforzo per spogliarsi del proprio ruolo e approcci il problema con uno spirito costruttivo.
Il confronto deve tener conto della ripartizione delle competenze fra Sindaco, Giunta, Consiglio Comunale e Circoscrizioni, nell’ambito di una idea di gestione unitaria della macchina amministrativa comunale.
Le aspettative generate dall’idea dei pro-sindaci si è scontrata con la difficoltà della macchina comunale ad adeguarsi a questa nuova idea, e questo ha creato tensioni e problemi.
Quindi, per questi motivi, siamo contrari all’elezione diretta dei Presidenti, e pensiamo che sia utile ritornare all’elezione del Presidente da parte del Consiglio.
Ciò nonostante l’ultima riforma compiuta conteneva sicuramente molti elementi di innovazione, per cui quel regolamento va ripreso ad applicato fino in fondo.
Nel contempo possiamo, con serietà, cominciare a riflettere anche sui possibili aggiustamenti ed ulteriori innovazioni che in futuro possono essere apportati per rendere sempre più concreta una idea di governo decentrato della città.
Porre la questione del governo decentrato della città significa riflettere sulla necessità di una moderna democrazia cittadina, che esaltando il ruolo di sintesi e di rappresentanza generale del Consiglio Comunale, inserisca in maniera trasparente un ruolo forte di rappresentanza territoriale che può essere svolta dalle Circoscrizioni.
La necessità di ricostruire un tessuto di comunità nei quartieri per rilanciare una rinnovata idea di partecipazione diffusa, la necessità di valorizzare il territorio e le sue risorse naturali e storiche, la necessità di riunificate comunità locali segnate dai processi di immigrazione, tutto questo ci deve far riflettere sul ruolo di un moderno decentramento che vada oltre la semplice gestione di alcuni servizi e che assuma un ruolo più generale di rappresentanza.
Dentro a questo percorso va ridisegnato anche un moderno ruolo delle antiche municipalità, che non sia tanto basato sulla rivendicazione di antichi ruoli, ma che parta dalla consapevolezza di poter rappresentare anche per il futuro un modello di partecipazione dentro una ritrovata idea solidaristica di comunità.
Le antiche municipalità (insieme al sistema montano e degli antichi borghi di montagna) sono inoltre il terreno di sperimentazione per importanti progetti che riguardano lo sviluppo economico nella filiera ambiente, cultura e turismo.
Riteniamo che sia necessario sperimentare su:
1. decentramento della gestione di alcuni servizi di base, con autonomia funzionale (mezzi e risorse)
2. gestione completa delle deleghe
3. sperimentazione delle deleghe differenziate
4. adeguamento (attraverso la revisione della pianta organica) della struttura tecnico-amministrativa del decentramento
5. sperimentazione fin d’ora di un coinvolgimento costante delle Circoscrizioni nelle scelte e nel lavoro della Giunta anche attraverso un rinnovato ruolo della Conferenza dei Presidenti, ma anche con appuntamenti programmati della Giunta con le singole Circoscrizioni

in sostanza occorre passare secondo noi da un’idea di autonomia delle Circoscrizioni ad un’idea di governo decentrato dell’amministrazione comunale, affermare un’idea di autonomia nella gestione dei servizi e di unità nel governo della città.
Per far questo, occorre rivedere un po’ tutto il sistema che regola i rapporti tra la giunta e le Circoscrizioni, creando momenti di confronto nei quali si prendono insieme le decisioni riguardanti i singoli territori; in sostanza si tratta di passare da un concetto di partecipazione, oggi molto spesso espresso in maniera inutile e burocratica, esclusivamente attraverso l’espressione dei parei post delibera, che nessuno vede e di cui nessuno tiene conto, ad una effettivaed utile partecipazione delle Circoscrizioni nella fase di elaborazione delle scelte.

Riteniamo inoltre che nel campo della gestione dei servizi e delle deleghe assegnate le Circoscrizioni devono operare in totale autonomia.
Manutenzioni, cura dei quartieri ed altri servizi similari possono essere gestiti in completa autonomia alleggerendo così la macchina comunale e rendendo più rapidi e diretti gli interventi.
La gestione di questi servizi non comporta necessariamente, per ogni materia, il decentramento di risorse umane ed economiche.
La gestione autonoma si può esprimere anche nell’ambito di utilizzo di strutture tecniche centralizzate o nell’ambito di accordi quadro convenzionati con i prestatori di servizi, siano essi azienda private, associazioni o azienda pubbliche speciali.

Tornando alla questione del numero delle Circoscrizioni, secondo noi ha un senso farle se si cercherà di realizzare quanto detto in premessa, anche se tre è un numero troppo ristretto per garantire un’adeguata necessità di partecipazione e di decentramento della città, ed in particolar modo delle antiche municipalità, dove scarsa sarebbe la rappresentanza istituzionale.
Per ovviare a questi inconvenienti occorrerebbe aggiungere al sistema elettorale proporzionale l’introduzione dei collegi, in modo da poter garantire la rappresentanza di quei territori, periferie o antichi borghi che rischierebbero di non poter eleggere consiglieri.
Per quanto concerne invece la divisione della città nelle future tre Circoscrizioni, riteniamo che sia utile partire dalle deleghe assegnate, dalla omogeneità nella gestione delle stesse e ragionando sull’integrazione di territori con vocazioni omogenee possiamo arrivare ad una definizione della futura ripartizione della città.
Non si tratta quindi di un semplice ragionamento numerico a cui piegare tutto il resto, e non si tratta nemmeno di una semplice opera di accorpamento delle attuali Circoscrizioni; è invece un lavoro più serio e complesso che se fatto bene porterà sicuramente dei vantaggi.



Terni, 30 Ottobre 2008

Strasburgo capitale europea del lavoro




Orari coreani con salari cinesi? Anche il Parlamento europeo dice No grazie.

Manifestare serve e capita anche che si vinca. Una bella lezione di democrazia e di partecipazione é arrivata nelle ultime 24 ore da Strasburgo. La capitale europea del Natale si è trasformata in capitale europea del lavoro. Merito dei trentamila chiamati martedì in piazza dalla Ces, l'organizzazione europea dei sindacati, e del Parlamento europeo, che nella sua seduta plenaria di mercoledì ha accolto a stragrande maggioranza la richiesta alla Commissione e al consiglio europeo di rivedere la direttiva che permetteva di allungare l'orario di lavoro fino a 6o o 65 ore settimanali.
Un voto più largo della maggioranza qualificata richiesta in questa seconda lettura - 421 i voti a favore rispetto ai 393 necessari - che riafferma il limite settimanali a 48 ore, e obbliga le altre istituzioni europee a sedersi al tavolo della conciliazione per rivedere i contenuti della direttiva, riconoscendo agli stati membri il diritto ad una specifica legislazione nazionale ma all'interno dei paletti fissati dal Parlamento.
Ed é stato lo stesso relatore, l'eurodeputato socialista Cercas, a richiamare il valore della mobilitazione del sindacato per raggiungere questo risultato. In un momento di recessione, con tanti disoccupati e cassintegrati, stonava non poco la richiesta dei governi di consentire alle aziende di prolungare il tempo di lavoro dei loro dipendenti. Un via libera agli straordinari, un ulteriore impoverimento del mercato del lavoro, una richiesta peraltro in contrasto con le pratiche tese ad assicurare maggiori livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro. Lavoratori, sindacati e parlamento si sono così ritrovati uniti a difesa dei diritti fondamentali che si chiamano orario e salario, contrattazione collettiva, giusto equilibrio tra tempo di lavoro, vita sociale e familiare.

lunedì 15 dicembre 2008

giovedi' 18 assemblea pubblica

ASSEMBLEA PUBBLICA


L’Impegno e le Proposte della Sinistra per il territorio della VII° Circoscrizione “Velino”


Marmore - Sala Montesi
Giovedì 18 Dicembre ore 21

Interverranno:

- Simone Guerra Capogruppo Sinistra Comune Terni
- Gianfranco Salvati Assessore Mobilità e Traffico Comune Terni
- Carlo Rozzi Assessore Verde Pubblico Comune Terni

- Damiano Stufara Assessore Politiche Sociali Regione Umbria

Introduce: Tommaso Sabatini Capogruppo PRC/SD “Velino”

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Il Popolo ha parlato. Adesso lo si ascolti


L'Ambra Jovinelli s'è dimostrato troppo, troppo, troppo piccolo. La cosa era in qualche modo prevista, ma non in queste dimensioni. Fuori, nell'ingresso o nella piazzetta antistante, c'era almeno altrettanta gente di quanta ce n'era in sala.
Dal palco, un intervento dopo l'altro, tutti della Base, del "Popolo della Sinistra", dei semplici Compagni. Un messaggio che praticamente tutti li
accomunava: Fate il Partito. E fate presto.
Ancor più netta la platea, che ha urlato più volte "Partito! Partito!".
Se era la volontà della Base, del Popolo della Sinistra, che si aspettava, beh, eccola. Adesso la rispetti e la si segua, e bando ai tatticismi.
Abbiamo bisogno di un soggetto politico che torni a scaldare i cuori della gente. Non ci servono il rimanere divisi o dei cartelli elettorali senz'anima (che tra l'altro tutti i Segretari dei 4 Partiti rifiutano). E non ci serve appoggiarci ad altri Partiti che di Sinistra non sono. Non è questo, che la gente vuole.
Peraltro, anche a livello "strettamente politico" il progetto suscita interesse. Tra i Verdi (In platea, oltre a Cento ed altri che hanno lanciato l'appello del 7 Novembre, c'era anche Grazia Francescato, che ha poi dichiarato, riporta il sito di Repubblica, che ad un progetto politico direbbe di si), ed anche tra una parte degli aderenti al PS (anche se non a Nencini).
Ma sempre in presenza di un progetto vero, che vada avanti in maniera concreta.
Non di cartelli confusi senza progetto reale, riproposizione del soggetto confuso travolto (e ne porto personalmente ancora i segni nell'animo) il 14 Aprile.
Il nuovo soggetto deve esserci, ed esserci in maniera concreta. E deve essere rappresentato nelle prossime scadenze. Come nuovo soggetto, l'unico che decide (ed è legittimato a farlo) di rappresentare "La Sinistra" in quanto tale (non sue parti o cose diverse), non come altro. Un Partito della Sinistra.
Questo ha chiesto, a gran voce, la nostra gente.
Il Popolo ha parlato. Adesso lo si ascolti.

da cittadini a sudditi, da governo a sovrano



http://www.sinistra-democratica.it/da-cittadini-sudditi-da-governo-sovrano

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domenica 7 dicembre 2008

le primarie delle idee




Per partecipare all'Assemblea Nazionale del 13 dicembre a Roma stiamo organizzando pullman gratuiti che partiranno da Terni, alle ore 12.00 da Piazzale Bosco (Terminal Bus)

Per inviare le vostre adesioni:
perlasinistratr@gmail.com
Roberta 3929708632

Sabato 13 dicembre, con inizio alle ore 13.30 e conclusione entro le ore 18, si terrà a Roma presso il teatro Ambra Jovinelli in via Guglielmo Pepe 41 (nei pressi della stazione Termini) l'Assemblea Nazionale di presentazione dell'associazione "Per la Sinistra", uno strumento leggero per tutti coloro che sono interessati a ridare voce, ruolo e progetto alla sinistra, avviando adesioni larghe e plurali, con l'obiettivo di lavorare a un nuovo soggetto politico della sinistra italiana attraverso un processo che deve avere concreti elementi di novità.

Costruire insieme una sinistra che...
..raccolga l'urgenza presente nel nostro Paese e crei e lo spazio
vero, reale, possibile, crescente per suscitare speranza e chiamare
all'impegno politico
...riesca finalmente a mescolare i segni e i semi di più culture
politiche per farne un linguaggio diverso, un diverso sguardo sulle
cose di questo tempo e di questo mondo
...rifiuti il rifugio identitario fine a sé stesso, la fuga dalla
politica, l'affannosa ricerca dei segni del passato come nuovi feticci
da agitare verso il presente
..non sia la sommatoria di ceti politici ma un percorso democratico,
partecipativo, inclusivo in cui ciascuno si assuma una propria
responsabilità

L'assemblea sarà l'occasione per dare avvio ad una ampia consultazione popolare sui tratti distintivi che vogliamo assuma il nuovo soggetto della sinistra. Protagonisti dell'incontro dovranno essere le donne e gli uomini, le associazioni e i movimenti che nel corso di questi mesi si sono misurati in ogni realtà del territorio nazionale con la necessità, dopo la sconfitta dello scorso aprile, di dare una speranza al popolo della sinistra.
Per questo chiediamo alle diverse realtà del paese di sentirsi partecipi dell'assemblea, di portare all'incontro esperienze, percorsi, testimonianze e di prendere la parola per rappresentarle.

IMPEGNAMOCI TUTTI OGGI IN QUESTO CAMMINO. A COSTRUIRLO NEL TEMPO CHE SARA' RICHIESTO. A COMINCIARE DA ORA.
Costruiremo insieme, nel corso dell'assemblea, l'agenda del lavoro nazionale che l'associazione si propone di svolgere già nei giorni successivi e il raccordo necessario con il radicamento da costruire nei territori.

venerdì 5 dicembre 2008

Venerdì 12 Sciopero




partenza Corteo a Terni ore 11.00 da piazza Valnerina

mercoledì 3 dicembre 2008

Il Socialismo europeo è da sempre la casa di Sd


di Pasqualina Napoletano*
Mentre il Partito Democratico si dibatte con i problemi della sua collocazione europea, per Sinistra Democratica da questo punto di vista i problemi sono molto più semplici.
Non siamo un partito e, come i nostri iscritti e simpatizzanti sanno, questa è stata una scelta consapevolmente rivendicata.
"Non c'è il bisogno in Italia di un ennesimo partitino della sinistra" rispendevamo a chi ci rimproverava la vocazione scissionista della sinistra.
Il nostro obiettivo, rivelatosi molto più difficile del previsto, è quello di ricostruire in Italia una sinistra credibile nei suoi riferimenti ideologici, morali e culturali; efficace nella sua capacità di incidere sulla realtà; utile a tante e a tanti a cominciare da chi lavora, ma non solo.
Questa nostra caratteristica fa sì che non dobbiamo firmare il "Manifesto socialista europeo" come hanno fatto altri leader di partito, ed un po' improvvidamente Piero Fassino.
Anche perché, purtroppo, i partiti europei, compreso quello socialista, altro non sono che la sommatoria di partiti nazionali, cosa che vorremmo cambiare in favore di soggetti veramente federalisti con legittimazione propria.
Detto questo, gli eletti al Parlamento Europeo di Sinistra Democratica sono e resteranno nel gruppo socialista, e su questo non vi è alcun dubbio.
Non solo siamo nel gruppo europeo, ma abbiamo contribuito a dirigerlo, io come vicepresidente responsabile per la politica estera, Claudio Fava come coordinatore della commissione "Libertà pubbliche", per non parlare del prestigio personale e politico di cui gode Giovanni Berlinguer in seno al Gruppo.
Per questa via abbiamo contribuito all'elaborazione del Manifesto, anche perché il Gruppo è l'unico soggetto oltre ai partiti nazionali che ha voce in capitolo, nel senso di poter presentare emendamenti.
Io stessa ne ho presentati e molti sono stati accolti.
Non mi appassiona la polemica attorno all'appartenenza europea del PD, è come maramaldeggiare su una questione che avevamo vista irrisolta fin dalla sua nascita e foriera di problemi e tensioni che puntualmente sono esplosi, insieme a tanti altri elementi che fanno parlare i commentatori di vera e propria crisi del Partito Democratico.
Tornando al Manifesto, esso sarà un punto di riferimento per la nostra campagna elettorale europea, anche se in alcuni punti lo avremmo preferito più netto, questo perché, purtroppo, lo statuto del partito europeo prevede quella unanimità che tanto abbiamo rimproverato ai governi e che quindi costringe alla pratica defatigante della ricerca del minimo comune denominatore.
La storia però non finisce qui, spero che l'impegno europeista della sinistra italiana possa contribuire a migliorare e qualificare anche la vita politica europea.
Un piccolo successo però lo abbiamo ottenuto, e voglio segnalarlo perché, avere sostenuto che una quota di iscritti potesse direttamente riferirsi al Partito Socialista Europeo ha portato alla presenza di delegati a Madrid, tra cui i nostri, che non sono stati inviati dai partiti nazionali. Essi costituiscono un primo nucleo di un vero partito a dimensione europea. Buon lavoro!

*Vice-Presidente del Gruppo Socialista al Parlamento Europeo

martedì 2 dicembre 2008

Il 13 dicembre


Il 13 dicembre non sarà solo una festa. Ne abbiamo fatte tante, di feste: servono a star bene insieme, a contare le facce conosciute, a mettere in fila un po’ di bei discorsi, a mostrare i muscoli. E a ritrovarsi confusi e svuotati il giorno successivo.
Il 13 dicembre sarà una scelta. Convinta e impegnativa. La scelta di aprire questo processo costituente al paese, di sottrarlo alle prudenze dei gruppi dirigenti, di incarnarlo nelle passioni e nella generosità di chi sente tutta l’urgenza di una nuova sinistra in Italia.
Non staremo qui a dirci ancora una volta quanto “nuova” debba essere questa sinistra: abbiamo impegnato quattro mesi, dall’assemblea di Cianciano in poi, a ragionare sull’eredità che le culture politiche del secolo scorso ci hanno lasciato. Ci siamo detti cento volte che quell’eredità non va congelata né rifiutata ma rielaborata, impastata con una lingua diversa, arricchita con pratiche finalmente democratiche, finalmente inclusive. Abbiamo parlato delle troppe liturgie e dell’urgenza di abbandonarle. Abbiamo compreso che questo progetto non riuscirà a sommare tutta l’attuale sinistra (difficile tenere insieme chi si sente comunista dentro, e chi invece festeggia ogni giorno l’orgoglio comunista…), ma che oggi la virtù politica essenziale, più che l’unità ad ogni costo, è la coerenza: ovvero la capacità di utilizzare lo stesso alfabeto, di condividere la stessa ricerca, di affrontare lo stesso mare.
La sinistra italiana che nascerà il 13 dicembre sarà il racconto di questo tempo e di questo paese. Ma ne sarà anche il rimedio. Una sinistra del fare, più che dell’affermare. Questo ci siamo detti: e ce lo siamo detti a lungo. Adesso dobbiamo cedere ad altri la parola, lasciare che essa venga raccolta da chi questa nuova sinistra la sta già fabbricando nella pratica politica quotidiana, nel lavoro sui territori, dentro le amministrazioni, nei tempi serrati delle cento assemblee che abbiamo già svolto.
Cosa sarà e “quando” sarà questa nuova sinistra italiana? E’ ciò che cominceremo a decidere insieme tra due settimane. Posso solo dirvi cosa non dovrà essere: né un circolo di cultura, né un repertorio di tatticismi o di parole reticenti. Perché questo progetto decolli, perché diventi subito pane quotidiano e sfida elettorale in Italia e in Europa, occorre molta generosità. E poco politicismo. Esattamente l’opposto di ciò che è accaduto ad aprile.

Claudio Fava

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