sabato 31 gennaio 2009

Nel baratto Pd-Pdl sulla legge elettorale c'è la lotta alla mafia


intervista a Claudio Fava - L'Unità 30 gennaio

Nel baratto Pd-Pdl sulla legge elettorale c'è la lotta alla mafia

Persino la lotta alla mafia diventa uno dei prezzi da pagare in questo baratto per la nuova legge delle europee”
Il segretario di Sinistra Democratica ci va giù pesante col PD.

Stiamo al merito. C’è un accordo PD-PDL per introdurre la soglia di sbarramento nel voto europeo.
“Io non mi indigno per lo sbarramento del 4%, ma per i tempi di questa operazione e per il prezzo politico che è stato pagato. In nessun Paese europeo si fa una legge 4 mesi prima del voto, per di più punitivo nei confronti delle minoranze”
Lei parla di punizione, il PD di spinta all’aggregazione
“E’una spinta a boicottare la presenza della sinistra nel Parlamento europeo. Ma la cosa più grave è che questa legge è figlia di un baratto che sta devastando le istituzioni democratiche. La prova certificata è il voto sulla mozione di sfiducia per il sottosegretario Cosentino, quando cento parlamentari del PD non hanno votato o si sono astenuti o hanno votato contro. E così si scopre che persino la lotta alla mafia diventa uno dei prezzi da pagare”

Non ha prove di questo
“Spero che sia così perché se dovesse trattarsi di una distrazione o di un’ inciucio d’aula sarebbe persino più grave. Se avessero votato tutti i parlamentari presenti del PD Cosentino, che è accusato da 5 collaboratori di giustizia di essere il portavoce dei Casalesi nella politica, non sarebbe più sottosegretario”
Non si può essere garantisti a corrente alternata, non crede?
“Non si aspetta che ci sia una sentenza passata in giudicato perché il rappresentante presunto della camorra nel governo venga cacciato. Questa è complicità, non garantismo”

Torniamo al voto di giugno, secondo lei cosa dovrebbe fare la sinistra?
“Si fronte allo scippo di democrazia dovremo chiedere al Paese di riaffermare il primato delle regole e della rappresentatività. Ma al tempo stesso vogliamo un progetto politico al quale ancorare questa proposta”


Vendola propone un cartello che vada dai socialisti al Prc, che ne pensa?
“L’importante è che ci sia una proposta politica che contenga il tema della resistenza civile istituzionale ma anche il progetto di una nuova sinistra. Noi vogliamo cioè fare in modo che la sinistra abbia voce, presenza istituzionale, coerenza politica da spendere nel Parlamento europeo. Dovremo saper dimostrare di avere ragioni e forze per stare nelle Istituzioni”

SD si alleerà con il PD alle amministrative?
“Ho difficoltà ad immaginare di fare campagna elettorale per candidati del PD sapendo che quel partito ha deciso che la sinistra deve essere espulsa dalla politica italiana. O si lavora insieme per la ricostruzione di un centrosinistra oppure il PD pecca di presunzione ed irresponsabilità se pensa di rappresentare da solo il centrosinistra nei parlamenti e di aver bisogno dei nostri voti nelle amministrazioni locali”

giovedì 29 gennaio 2009

Il Pd vuole l’azzeramento a sinistra. Ma la Sinistra ha cominciato il suo cammino e non si fermerà


di Fulvia Bandoli
Proviamo a ragionare pacatamente, anche se l’accordo di ieri sulla legge elettorale europea tra Berlusconi e Veltroni non si può mandar giù.
Ma la rabbia obnubila il cervello e dunque la metto per un attimo da parte.
Il pd è in crisi profonda ( l’ipotesi sulla quale è nato praticamente fallita) e pensa di correre ai ripari, come tante altre volte molti hanno fatto, cambiando le regole del gioco e la legge elettorale. Berlusconi lo permette, non per dare una mano al Pd ma perché poi chiederà il conto su altre questioni in campo ( rai tv, giustizia, federalismo). Le piccole sinistre disperse fuori dal Pd sono anch’esse in gravi difficoltà ( incapaci fino ad ora di mettere in campo un disegno credibile di Sinistra popolare, democratica, che rimetta al centro i problemi del paese e della qualità dello sviluppo, la giustizia sociale, i diritti) ma negli ultimi mesi alcuni piccoli fatti erano accaduti: è partito, pur con fatica, un percorso costituente, si sono chiarite le cose dentro Rifondazione ( tra coloro che puntano ancora e solo sull’identità e coloro che sono disponibili a mettere in gioco la loro cultura con quella di altre e altri in una Sinistra più ampia e non solo di testimonianza), sta nascendo in decine di città l’associazione Per la Sinistra ( primo passo verso la costituzione di un nuovo soggetto unitario della Sinistra). Oltre a questo spopola la Lega nei suoi territori e non solo, e il partito di Di Pietro ( un mix di populismo e di personalismo esasperato) lucra sulle difficoltà del Pd e sull’assenza di una opposizione concreta ed efficace.
Tutto ciò mentre la crisi economica morde sempre più forte mettendo in pericolo posti di lavoro ( centinaia di migliaia) e la Confindustria con l’aiuto del Governo e la complicità silente del pd spacca i Sindacati e isola la Cgil sui contratti.
La sintesi è estrema ma non lontana dalla realtà. In questo quadro matura il proposito pervicace del gruppo dirigente del Pd di sbarrare la strada in Europa a tutte le formazioni minori. Il parlamento europeo è sede di rappresentanza di tutte le culture politiche, anche piccole, non ha problemi di governabilità da risolvere, e in questi decenni molte battaglie civili ,democratiche, ecologiche, hanno visto protagoniste proprio le piccole forze politiche rispetto alla paralisi che spesso attanagliava i due più grandi schieramenti ( PPE e PSE). Ma il segretario del Pd non pensa all’Europa in questo momento, pensa alla sopravvivenza politica e l’errore è proprio questo.
Quando manca la politica, quando il profilo di un partito non è chiaro, quando le differenze interne sono incomponibili…non è una nuova legge elettorale che può risolvere questi nodi. Lo si è pensato anche in passato ( sia a destra che a sinistra)…quante volte infatti si è cambiata la legge elettorale sperando desse una vittoria che la politica non dava?
Lo sbarramento, secondo coloro che lo propongono, dovrebbe servire a “mantenere” al Pd quel famoso voto utile che gli era arrivato da sinistra. A ridurre le perdite.
E dovrebbe stroncare sul nascere qualsiasi tentativo (pur difficile e travagliato) di dar vita ad una Sinistra nuova. Il pd non vuole essere un partito di sinistra ma non vuole che nasca nessun soggetto politico alla sua sinistra. Insomma lo schema sarebbe questo: il Pd da un lato, i Comunisti ( rifondazione e Comunisti Italiani) dall’altra….che nasca una Sinistra che vuole competere con il Pd non può essere tollerato. I dirigenti del Pd non accettano che qualche milione di elettori adesso, forse di più domani, non si riconoscano il quel partito e preferiscano l’astensione, il voto alla lega o all’IDV ( in ordine di grandezza).
Ma il disegno è miope anche per un'altra sostanziale ragione : alle elezioni politiche si è presentato un Partito Democratico appena fatto, fresco della mobilitazione che aveva dato vita alle “primarie”, pieno di belle speranze e unico grande partito che poteva essere presentato come una alternativa a Berlusconi. Oggi il Pd è un partito non nato ( non solo un’amalgama mal riuscito), che non riesce a prendere posizione su nessuna delle questioni in campo per via delle sue incomponibili divisioni, travagliato da una questione morale o per meglio dire da estesi “comportamenti” politici e amministrativi poco trasparenti e da una concezione del potere assai poco democratica. E’ altamente improbabile, per tutte queste ragioni, che gli elettori che lo votarono pensando di dare un voto utile stavolta ripetano quel voto. E ‘ più probabile che si indirizzino, per protesta, verso Di Pietro o verso la Lega. E se così fosse, ancora una volta, assisteremmo a quella eterogenesi dei fini ( che per dirla in parole povere significa che si persegue un obiettivo e se ne ottiene uno contrario) che tante vittime ha mietuto in questi decenni. Non si rafforzerebbe alcun bipolarismo ( come si va pomposamente dicendo) ma si rafforzerebbero due partiti ( Lega e Idv) che assai difficilmente potrebbero essere in futuro alleati del Pd in una eventuale alleanza contro il centro destra. La scelta del Pd è isolazionista, inutilmente autosufficiente e miope. Io non so se questa sciagurata modifica della legge elettorale andrà in porto, noi ci batteremo con le nostre forze perché non sia così. Ma se dovesse accadere allora dovremo pensare a come mettere in campo una risposta politica, che non sia caratterizzata dalla improvvisazione e dalla ossessione di arrivare al quorum, ma che sia la partenza di un percorso lungo ma serio. Questo penso oggi, disponibile come sempre al confronto con ipotesi diverse dalla mia.

martedì 27 gennaio 2009

lunedì 26 gennaio 2009

27 gennaio - giorno della Memoria


Dal 2001, il 27 gennaio è il giorno dedicato al ricordo dei delitti del nazifascismo,
dello sterminio del popolo ebraico, delle stragi di popolazioni civili, Rom, disabili,
omosessuali e della deportazione nei campi di prigionia e annientamento di partigiani,
militari, lavoratori e lavoratrici italiane e religiosi dei diversi culti.
Le Associazioni della Resistenza, dei deportati, i Comitati Antifascisti, le Comunità
Ebraiche, l'Associazione Figli della Shoah, le organizzazioni sindacali e tutte le
istituzioni democratiche rivolgono in particolar modo alle giovani generazioni l'invito
a partecipare con chiara coscienza alle iniziative promosse per non dimenticare quei
tragici fatti. Esigenza quanto mai necessaria nell'attuale fase storica, in cui i conflitti
armati insanguinano ancora molte parti del mondo e la violenza indifferenziata sembra
diventare sempre più pratica quotidiana.
Le forze democratiche antifasciste chiamano ancora una volta a raccolta i cittadini
italiani per manifestare il loro alto senso di civiltà contro l'odio sociale, religioso,
politico e razziale, contro il terrorismo e la violenza, contro tutte le guerre.
Intendiamo riaffermare la nostra voglia di Pace e diffondere un preciso messaggio per
la concordia universale. E' fondamentale per ogni uomo e per qualsiasi comunità promuovere
e difendere l'armonia sociale al fine di rendere impossibile, dopo quei terrificanti
anni di distruzione, tragedie e disperazione, la rinascita, in Europa e nel mondo,
dei fatti di allora.
Occorre infondere, sempre e continuamente, fiducia e speranza ai nostri figli e alle
nuove generazioni. Ci deve guidare, nel presente come nel futuro, la costante ricerca
della Pace e del dialogo tra i popoli.

domenica 25 gennaio 2009

Approvare questo federalismo è follia


il progetto sul Federalismo è stato approvato dalla maggioranza in Senato con l'astensione di Pd e Di Pietro

Approvare questo federalismo è follia
di Alfiero Grandi*

La risposta data da Tremonti è in realtà chiarissima: i conti del federalismo sono in grembo a Giove, cioè a lui. Approvare una legge come questa sarebbe un'autentica follia politica e finanziaria.
Politica perchè vorrebbe dire fidarsi del Governo che è l'unico ad avere in mano le leve delle vere decisioni e la commissione che dovrebbe esaminare i decreti è uno strumento del tutto derivato e non veramente decisionale. Del Governo può fidarsi, se lo ritiene, la sua maggioranza parlamentare ma non si vede perchè mai dovrebbe farlo l'opposizione.
Finanziaria perchè il discorso, alle strette, è semplice: se la spesa non aumenta vuol dire che alcune Regioni dovranno pagare il di più che andrà alle altre e per di più questo avverrebbe in periodo di crisi e di risorse carenti, quindi senza margini veri di recupero.
E' vero che Tremonti è da tempo prudente sui conti perchè sa che deve accontentare la Lega e teme di dover trovare in fretta e furia delle risorse aggiuntive, tuttavia resta il fatto che le riforme si fanno quando ne sono chiari i costi e le attribuzioni, del resto questo dovrebbe essere chiaro anche ai sensi dell'art. 81 della Costituzione.
Procedere al buio e rinviare tutto a scelte future da compiere di volta in volta è una scommessa al buio che può costare molto cara o ai già disastrati conti pubblici dello Stato o alle Regioni, soprattutto meridionali, che dovrebbero rinunciare a loro risorse a beneficio di altre Regioni. Se così non fosse vorrebbe dire che non cambierà nulla e sarebbe una presa in giro della Lega che mi sembra abbastanza sveglia da impedirlo.
Quindi è corretta la proposta di riportare tutto in commissione e di ripartire da capo.

*della Direzione Sd

sabato 17 gennaio 2009

La Sinistra che non c'è

“Fuori dal Parlamento e lacerata da profondi divisioni, quale destino per la sinistra italiana?” In studio da Lilli Gruber e Federico Guiglia il segretario del Prc Paolo Ferrero e Fabio Mussi di Sinistra democratica.

http://www.sinistra-democratica.it/la-sinistra-che-non-c-1

.

martedì 13 gennaio 2009

MANIFESTAZIONE NAZIONALE PER LA PACE IN MEDIO ORIENTE

MANIFESTAZIONE NAZIONALE PER LA PACE IN MEDIO ORIENTE

SABATO 17 GENNAIO – ASSISI

La strage continua da 18 giorni. 925 morti. 4200 feriti.

Fermiamo il massacro! Rompiamo il silenzio dell'Italia!

Programma della giornata:

ore 8:00 Partenza del pullman gratuito da Terni (piazzale della Rivoluzione Francese)
ore 10.00 Assemblea di riflessione, confronto e proposta
ore 13.30 Partenza del corteo

ore 15.30 Conclusione della manifestazione e rientro

Per conoscere la piattaforma della manifestazione ed altre informazioni www.perlapace.it

Vieni anche tu!

Per prenotare il tuo posto sul pullman puoi chiamare il 339/8627140-0744/426743

sabato 10 gennaio 2009

Faber



Domani sera speciale "Che tempo che fa" su Fabrizio De Andrè


.

martedì 6 gennaio 2009

Sinistra Democratica aderisce all'Appello per fermare la guerra a Gaza


Sinistra Democratica aderisce all'Appello per fermare la guerra a Gaza promosso da Arci, Legambiente, Acli e ed altri

Sinistra Democratica aderisce all’iniziativa dell’Arci e delle altre associazioni. Facciamo appello a chi ha responsabilità politiche e a chi sente il dovere civile di intervenire perché sia rotto il silenzio su quanto sta accadendo in Palestina. Le Nazioni Unite, l'Unione Europea e l'Italia escano dall'immobilismo e si attivino per imporre imediatamente una tregua, per chiedere il pieno rispetto del diritto internazionale e per restituire la parola alla politica.

**********

Non si Può rimanere a guardare! Appello per Gaza. Firma anche tu.

NON SI PUO' RIMANERE A GUARDARE

C'è un modo per evitare il massacro di civili. C'è un modo per salvare il popolo palestinese. C'è un modo per garantire la sicurezza di Israele e del suo popolo. C'è un modo per dare una possibilità alla pace in Medio Oriente. C'è un modo per non arrendersi alla legge del più forte e affermare il diritto internazionale:

> CESSATE IL FUOCO IN TUTTA L'AREA
> RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE ISRAELIANE
> FINE DELL'ASSEDIO DI GAZA
> PROTEZIONE UMANITARIA INTERNAZIONALE

Facciamo appello a chi ha responsabilità politiche e a chi sente il dovere civile perché sia rotto il silenzio e si agisca. Le Nazioni Unite e l'Unione Europea escano dall'immobilismo e si attivino per imporre il pieno rispetto del diritto internazionale
L'Italia democratica faccia la sua parte.

Le nostre organizzazioni si impegnano, insieme a chi lo vorrà, per raccogliere e dare voce alla coscienza civile del nostro paese:

ACLI, ARCI, LEGAMBIENTE, CGIL, AUSER, LIBERA, RETE LILLIPUT, Associazione ONG Italiane - Piattaforma Medio Oriente, Fondazione Angelo Frammartino, Beati i Costruttori di Pace, FIOM, CGIL Funzione Pubblica, Un ponte per…, AIAB, CIES, GRUPPO ABELE, CIPAX - Centro Interconfessionale per la pace, Donne in Nero, A Sud, FAIR, Fairtrade Italia, Forum Ambientalista, UCODEP, Terres des Hommes International, Armadilla Onlus, SDL Intercategoriale, Tavola Sarda per la pace, Famiglia di Angelo Frammartino, Luigi Ciotti, Flavio Lotti, Luciana Castellina, Giuliana Sgrena, Enzo Mazzi - Isolotto Firenze, Luisa Morgantini, Vittorio Agnoletto, Giovanni Berlinguer, Sergio Staino, tanti gruppi locali, docenti, amministratori locali, pacifisti e pacifiste, cittadini e cittadine….

Per aderire inviare una mail a bolini@arci.it

lunedì 5 gennaio 2009

La politica non deve arrendersi


di Nuccio Iovene

L’attacco di terra delle truppe israeliane, dopo giorni e giorni di bombardamenti, nella striscia di Gaza aggrava la tragedia del popolo palestinese e non servirà ad assicurare maggiore sicurezza a Israele. La sordità con la quale reagisce il governo israeliano di fronte alle richieste della comunità internazionale per un cessate il fuoco immediato conferma quella politica scellerata che ha favorito Hamas e fatto diventare purulenta la ferita mediorientale. Centinaia di vittime civili solo negli ultimi giorni, migliaia dall’inizio della seconda intifada, l’emergenza umanitaria che riguarda un milione e mezzo di persone prigioniere in pochi chilometri quadrati, evidenzia la cecità con cui la questione del conflitto israelo-palestinese è stata affrontata in questi anni. Dopo le Torri Gemelle giungere ad una pace equa e duratura tra Israele e Palestina avrebbe dovuto essere la priorità assoluta della politica internazionale, troppo a lungo rinviata, con l’obiettivo di prosciugare quei giacimenti d’odio che alimentano il terrorismo e le scelte integraliste. Bush in testa e tutti i suoi alleati, compreso Berlusconi e i suoi governi, hanno sostenuto invece lo scontro di civiltà e scelto la strada dell’avventura, moltiplicando i conflitti in Afganistan ed Iraq, e lasciando i Palestinesi, isolati, al loro destino.
L’esito di quella politica è, drammaticamente, sotto gli occhi di tutti ed è stracolma di orrori, oltre che di errori. Le forze che, sia in Israele sia in Palestina, si battevano e ancora oggi non hanno rinunciato a battersi per una soluzione pacifica basata sulla prospettiva di due popoli - due stati sono state irresponsabilmente sconfitte e ridotte al silenzio nell’illusione potesse prevalere ed affermarsi una soluzione militare del conflitto. Ed è la stessa illusione che ancora oggi guida il Governo Israeliano. La storia dimostra esattamente il contrario e cioè che senza politica e senza una via pacifica non c’è e non ci sarà soluzione al conflitto che da decenni insanguina il medio oriente.
Ancora oggi che la situazione sembra compromessa e senza via d’uscita è necessario, anzi indispensabile non arrendersi. Moltiplicare l’iniziativa della comunità internazionale e la mobilitazione dell’opinione pubblica per giungere subito ad un cessate il fuoco, far tacere le armi e consentire l’accesso degli aiuti umanitari, riprendere in mano il futuro di quell’area è quello che occorre fare oggi. Proprio per questo suonano ipocrite ed inutili le parole del ministro degli esteri italiano Frattini che invita “Israele ad evitare vittime civili” come se non avesse presente la realtà di Gaza City e della Striscia e le modalità con cui Israele sta conducendo l’attacco.
Fra pochi giorni Bush e la sua politica saranno archiviate, ci auguriamo, definitivamente. E Obama avrà proprio in medio oriente il suo primo e più difficile banco di prova.