giovedì 13 novembre 2008

Sciopero generale. Stiamo al merito


di Roberta Lisi

La Cgil, il maggior sindacato italiano per numero di iscritti ed eletti Rsu, indice lo sciopero generale. Lo fa su proposta del suo segretario generale con un voto del Direttivo che arriva dopo una grande assemblea di quadri e delegati che ha approvato il “Piano anti crisi della Cgil”.
E sì perché l’organizzazione sociale che rappresenta e quindi deve “tutelare” lavoratori, lavoratrici e pensionati è da settimane che continua a ripetere che i provvedimenti del Governo Berlusconi per aggredire la più imponete e grave crisi economica e finanziaria che la modernità abbia dovuto affrontare sono totalmente inadeguati, soprattutto non sono dalla parte – appunto - dei lavoratori, delle famiglie, dei pensionati.
Non solo, la Confederazione di Corso d’Italia si misura con i problemi reali e presenta, appunto, le proprie proposte per affrontare lo sconquasso all’economia reale del paese e delle famiglie già provate da anni di inadeguatezza salariale. Ma le sue proposte non vengono neanche prese in considerazione, governo e maggioranza, con il sostegno di Confindustria, invece di misurarsi con esse provano ad escludere la Cgil dal confronto con le parti sociali scegliendo interlocutori ritenuti “più in linea”.
Cosa altro avrebbe dovuto fare un sindacato degno di questo nome se non convocare lo sciopero generale? Perché leader sindacali e politici dei diversi partiti, anche del Pd, non si misurano con il merito delle proposte del governo e con il merito delle proposte della Cgil?
Eppure l’unico metro di misura corretto per valutare i provvedimenti proposti per affrontare la crisi sarebbe proprio quello di partire dalle necessità delle persone che lavorano e quindi del paese. Il merito dunque,il merito.
Perché non proviamo a porci e a rispondere a qualche semplice domanda? La politica del governo è quella giusta per contrastare la recessione? La caduta della produzione è dovuta anche al ristagno dei consumi? L’interesse generale del paese coincide con l’interesse di una sua sola parte? E la dignità del lavoro ha relazione con l’interesse generale del paese? L’Italia può competere con altre economie continuando a tagliare sugli investimenti nella scuola,nell’università,nella ricerca?
Se si risponde onestamente a questi interrogativi non possiamo non dire che Epifani e la sua organizzazione hanno fatto bene ad indire lo sciopero generale e noi il 12 dicembre saremo in piazza con i lavoratori, lavoratrici e i pensionati

Per saperne di più: il documento della Cgil

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