Una semplice dimenticanza
di Alessandro Robecchi, pubblicato su "il manifesto" del 3 febbraio
La stampa nazionale sta esagerando. Prendersela con il Pd soltanto perché nel suo manifesto dei valori si è dimenticato di scrivere la parola «Resistenza» mi sembra un'inutile cattiveria. È vero, è innegabile: nel manifesto dei valori, nello statuto, persino nel codice etico del nuovo partito non si parla mai né di antifascismo né di Resistenza. Ma andiamoci piano, al giorno d'oggi facciamo tutti una vita frenetica: chi non ha mai scordato le chiavi, o il telefonino? Insomma, succede, non facciamone uno scandalo. In più, inviterei a un minimo di umana comprensione: ma lo sapete che vita fanno, poveretti? Magari al mattino devono incontrare un diniano di sinistra, telefonare a un mastelliano, poi riunione sullo statuto, che palle, dopo correre in tivù, e magari anche andare a lisciare il pelo ai commercianti, coinvolgere gli industriali, fare un'Italia nuova. Panino. Scrivere diciannove prefazioni, poi conferenza stampa, poi ampio dibattito sul laicismo. Dopocena, incontro con i referendari, una telefonata con qualche Udc disponibile al dialogo, poi una dichiarazione alle agenzie e un invito alle larghe intese. È in situazioni come queste che uno raggiunge il letto spossato e affranto, e gli interessa solo dormire qualche ora per ricominciare il giorno dopo a fare un'Italia nuova. È in situazioni come queste che uno all'improvviso si stampa una manata sulla fronte e dice: «Oh, cazzo, il dentista! Mi sono scordato!». E allo stesso modo, andiamo, può capitare: «Oddio, ci siamo dimenticati la Resistenza!». Sinceramente, non attribuirei questa svista a cattiveria d'animo o a malafede, non facciamo inutili dietrologie, semplicemente, umanamente, pacatamente, si sono dimenticati di metterci la parola «Resistenza». Forse stavano per metterla, ma sono stati distratti, non so una telefonata per le nomine a qualche asl, un'apertura a Berlusconi, un segnale alla Confindustria, insomma è passato l'attimo. Non facciamola lunga. Resistenza: una semplice dimenticanza.
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