venerdì 14 dicembre 2007
L'Assemblea dell'8 e 9 dicembre si è conclusa con la lettura di un documento impegnativo
Dichiarazione di Intenti
Noi, donne e uomini che abbiamo partecipato all’Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti, siamo impegnati nella costruzione di un nuovo soggetto della sinistra e degli ecologisti: unitario, plurale, federativo. L’Italia moderna, nata dalla Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista, ha bisogno di una sinistra politica rinnovata. Il mondo chiama a nuove culture critiche, che conservano la memoria del passato e tengono lo sguardo rivolto al futuro.
Questi sono i nostri principi: uguaglianza, giustizia, libertà; pace, dialogo di civiltà; valore del lavoro e del sapere; centralità dell’ambiente; laicità dello Stato; critica dei modelli patriarcali e maschilisti.
Il soggetto della sinistra e degli ecologisti oggi parte. Crescerà attraverso un processo popolare, democratico e partecipato, aperto alle adesioni collettive e singole, per radicarsi nella storia del Paese. L’ambizione è quella di costituire non una forza minoritaria, ma una forza grande ed autonoma, capace di competere per l’egemonia, influente nella vita della società e dello Stato, che pesi nella realtà politico-sociale del centrosinistra. Un soggetto capace di contrastare le derive populiste e plebiscitarie, figlie di una politica debole e della separazione tra potere e cittadini. Un protagonista in Italia, interno ai movimenti, collegato ai gruppi e ai partiti più importanti della sinistra e dell’ambientalismo in Europa.
La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo è del lavoro e dell’ambiente. La globalizzazione liberista si è retta su una doppia svalorizzazione: del lavoro umano e delle risorse naturali. La riduzione a merce provoca la doppia rottura degli equilibri sociali e degli equilibri ambientali. Intollerabile crescita delle diseguaglianze e insostenibili cambiamenti climatici hanno una comune origine e portano alla stessa risposta: un altro mondo è possibile.
Mettere in valore l’ambiente e il lavoro (in tutte le sue forme, da quelle oggi più ripetitive alle più creative) è il cuore di un pensiero nuovo, che non rinuncia a coltivare in questo mondo la speranza umana. In Occidente, ciò comporta innanzitutto alzare la qualità del lavoro, combattere il precariato, modificare gli stili di vita, contrastare la discriminazione verso le donne.
Comporta la difesa e il rinnovamento dello Stato sociale, e la progettazione di una riforma più grande di quella che portò allo Stato sociale: una società non consumista, un’economia non dissipativa ed ecologica, una tecnologia più evoluta. Un nuovo inventario dei beni comuni dell’umanità: acqua, cibo, salute, conoscenza. La conoscenza deve crescere ed essere distribuita: impossibile, senza la libertà della cultura, dell’informazione, della scienza e della ricerca, e senza la lotta conseguente contro le regressioni tribali, etniche, nazionaliste, fondamentaliste. Il dialogo tra culture e civiltà diverse, aperto a nuove scritture universalistiche dei diritti sociali e dei principi di libertà, è tanto più essenziale nell’epoca delle grandi migrazioni, del web e della comunicazione globale.
La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo è della pace. Lo spirito della guerra minaccia l’umanità. Ecco di nuovo la corsa al riarmo: cresce vertiginosamente la spesa per armamenti convenzionali, chimici, batteriologici, nucleari. Saltano le firme sui Trattati di riduzione e controllo degli armamenti. L’Europa è uno degli epicentri della corsa. Ora, è il momento di fermarla. La pace, che ha visto scendere in campo il più grande movimento di massa del dopoguerra, particolarmente in occasione della guerra irakena, è la carta vincente. La pace è possibile in un mondo multipolare. I fatti hanno già dimostrato che il mondo non è governabile da un unico centro di comando. Anche per questo c’è bisogno di un’ Europa più forte ed autonoma.
La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo è delle libertà individuali e collettive. Le libertà possono crescere solo in uno Stato laico. Per questo la laicità dello Stato è un bene non negoziabile. Uno Stato laico riconosce le forme di vita e gli orientamenti sessuali di tutte e di tutti. Si regge sul rispetto di tutti i sistemi di idee, di tutte le concezioni religiose, di tutte le visioni del mondo. Combatte l’omofobia e il maschilismo. Assume dal femminismo la critica delle strutture patriarcali e il principio della democrazia di genere. Crea le condizioni sociali e istituzionali per rendere effettivi i diritti e le scelte libere di tutte e di tutti.
La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo guarda ad una nuova stagione della democrazia italiana. Pronta ad assumersi, oggi e in futuro, responsabilità di governo, od esercitare la sua funzione dall’opposizione. I temi all’ordine del giorno sembrano “autorità, governabilità, decisione”, non si vede che quelli veri sono l’autorevolezza e la legittimazione, una nuova capacità di rappresentanza politica, in un rapporto dialettico con l’autonomia della rappresentanza sociale, a partire dai grandi sindacati di categoria e confederali.
La sinistra/l’arcobaleno contribuirà a rinnovare il sistema politico e le forme della partecipazione democratica, contrasterà l’antico trasformismo. Se c’è declino italiano, esso dipende dal corporativismo, dal dilagare del privilegio e dell’ineguaglianza; dalla debole innovazione, dalla perdita di coesione, dalla diffusa illegalità; dalla perdita della capacità di indignarsi verso quello stato di violenza assoluta che si chiama mafia, ‘ndrangheta, camorra; dall’oblio della questione morale. Riformare la democrazia e la politica vuol dire nutrire di valori un progetto di società.
Noi, partecipanti all’Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti, ci rivolgiamo alle forze politiche, ai gruppi organizzati, ai movimenti, al popolo della sinistra, a tutte le singole persone che vogliono partecipare attivamente alla costruzione del nuovo soggetto federativo. In una discussione aperta e libera sulle idee, gli obiettivi, i programmi, le forme di organizzazione e di rappresentanza.
Venite, diventate parte di un progetto che può cambiare profondamente la situazione italiana e influenzare la politica europea.
Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti
Roma, 8/9 dicembre 2007
Risoluzione finale dell'Assemblea della Sinistra e degli ecologisti
Nei prossimi mesi…
1. L’assemblea generale della sinistra e degli ecologisti assume la proposta della carta degli intenti e la immette dentro un percorso partecipativo nei territori, nelle associazioni, nei movimenti, nelle forze politiche partecipanti al percorso di costruzione del soggetto unitario, plurale, federale della sinistra.
2. Ugualmente, nel percorso partecipativo di discussione, vengono messi i report e i materiali dei tavoli tematici svolti l’8 dicembre con l’obiettivo di determinare la condivisione di un impianto generale politico programmatico della sinistra unitaria, plurale, federale.
3. L’assemblea generale della sinistra e degli ecologisti indice una grande campagna di ascolto nel Paese: si svolgano assemblee in tutte le città, si costituiscano comitati promotori, aperti ad associazioni, movimenti, donne e uomini singoli, si costituiscano case comuni nei territori, laboratori sociali, luoghi aperti alla partecipazione più ampia possibile, si utilizzi il portale web condiviso. Individuiamo, altresì, la necessità di incontri territoriali e nazionali di donne e uomini impegnati nelle istituzioni regionali e locali.
Entro i primi due mesi del prossimo anno, pensiamo possa essere fatto una prima verifica di questo processo partecipativo che si concluda sabato 23 e domenica 24 febbraio con due giornate generali di assemblee popolari in tutte le città e con un pronunciamento popolare che si esprima direttamente sulla costruzione unitaria in corso, la carta di intenti proposta, le campagne politiche da promuovere.
4. Vogliamo costruire il soggetto unitario, plurale, federale come un nuovo spazio pubblico della politica, aperto alla partecipazione di partiti e soggetti politici, altri soggetti organizzati in movimenti e associazioni e anche a singole donne e singoli uomini non iscritti ad alcuna forza politica e non direttamente coinvolti dentro la partecipazione ad altri soggetti collettivi. Le forme della discussione, della partecipazione e della decisione sono quindi fondamentali e in gran parte inedite. Proponiamo, anche in questa direzione, un vero percorso partecipativo e di stabilire tra le prime prima tappe di esso, lo svolgimento di un seminario nazionale, convocato con la stessa apertura dell’assemblea generale della sinistra e degli ecologisti, da svolgersi entro il mese di febbraio del prossimo anno.
giovedì 29 novembre 2007
Notte Arancio per la Birmania
Dal sito di Repubblica, una bella iniziativa che speriamo si ripeta anche in altre parti d'Italia.
Sabato 1 dicembre spettacoli, mostre, concerti dedicati alla lotta pacifica contro l'oppressione, per non dimenticare
E' la prima iniziativa del genere in Europa. Il sindaco: "Un segnale forte contro ogni perdita di libertà"
A Lamezia Terme la notte è arancio
Arte, musica e teatro per il popolo birmano
di ALESSIA MANFREDI
A Lamezia Terme la notte è arancio
Arte, musica e teatro per il popolo birmano
ROMA - Teatro, musica, mostre e si va avanti per tutta la notte. Questa volta però il bianco non c'entra: è arancio - come il colore dei monaci buddisti - la notte che Lamezia Terme dedica l'1 dicembre alla solidarietà con il popolo birmano in lotta per diritti umani. L'iniziativa è promossa dal comune della città calabrese insieme alle associazioni nazionali Libera e Amnesty International, con altre associazioni a livello locale - Pax Christi, Avviso Pubblico e Caritas - e coinvolge molti artisti nazionali e tanti gruppi calabresi e meridionali: da Ascanio Celestini a Daniele Silvestri, dai Tete de Bois ad Andrea Rivera, da Rocco Barbaro a Ulderico Pesce, solo per nominarne alcuni.
Nella cornice del centro storico di Nicastro, con i suoi palazzi settecenteschi, la festa va avanti dalle 21 di sabato alle 4 del mattino di domenica 2 dicembre: una maratona artistica per esprimere solidarietà a tutti i popoli oppressi, prendendo ad esempio la lotta non violenta del popolo birmano. E' la prima iniziativa del genere in Europa. Ma perché proprio a Lamezia? "Si farà qui da noi, in una città oppressa dalla mafia, con un consiglio comunale sciolto due volte per mafia, per dare un segnale. C'è un grande impegno per la legalità democratica, una voglia di ribellione contro ogni tipo di criminalità organizzata e violenta" dice Tonino Perna, docente di sociologia all'Università di Messina, uno degli ideatori. La notte arancio proporrà testimonianze di artisti, uomini e donne del mondo della cultura e dello spettacolo, e vedrà la partecipazione di alcuni monaci birmani protagonisti della mobilitazione, nella prima delle 500 iniziative nazionali programmate a sostegno della protesta dei monaci.
Migliaia di chilometri separano Rangoon da Lamezia, ma il messaggio che si vuole mandare è unico: non cedere ad ogni tipo di oppressione. E se qualcuno ci vede una vena polemica con la notte bianca romana, sbaglia. "Assolutamente no, la nostra è una cosa totalmente diversa" assicura Perna. "Anche noi avremo tanti spettacoli gratuiti, ma all'insegna della solidarietà internazionale".
L'idea è nata alla marcia da Perugia ad Assisi organizzata dalla Tavola della Pace. "In particolare dalla testimonianza di un sindacalista rappresentante del governo birmano in esilio. Le sue parole ci hanno riportato ad una situazione durissima che va avanti da troppi anni, su cui i riflettori della cronaca si spengono sempre velocemente" ricorda don Tonio Dall'Olio, vicepresidente nazionale di Libera, l'associazione fondata da don Ciotti contro le mafie. La festa di Lamezia è quindi un modo per tenere viva l'attenzione su una dittatura militare che da 45 anni nega i diritti di base a 51 milioni di cittadini, sopprime con la violenza le proteste pacifiche dei monaci e tiene agli arresti domiciliari la leader dell'opposizione, premio Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi.
Ma quella birmana non è la sola emergenza da ricordare. La domenica dopo la notte arancione, il 2 dicembre, partono una serie di workshop dedicati ad altre aree del mondo critiche, dalla Palestina all'Iraq al Darfur. Si parla anche di violazione dei diritti umani ed informazione, di usura e racket. Arte e divertimento, quindi, per far riflettere in una terra come la Calabria, "che di problemi ne ha" spiega Dall'Olio, ma che non vuole far finta di niente.
L'iniziativa, per il sindaco Gianni Speranza, non deve rimanere isolata "perché il comune, con il supporto delle ong, vuole portare davanti al mondo un'altra immagine di Lamezia che non sia solo terra di mafia e immigrazione. Lamezia è anche vivace, capace di proporre cose nuove, positive. Su questo vogliamo scommettere e investire". E perché "quando di perde la libertà in un luogo, è un pezzo di libertà che perdiamo tutti".
mercoledì 28 novembre 2007
articolo di Robecchi sul "Manifesto" del 24 Nov.
VOI SIETE QUI
«Lo sapevo, quindi non so»
Alessandro Robecchi
Pasolini diceva «io so», era rivoluzionario. L'Italia di oggi, praticamente in coro, dice «lo sapevo», ed echeggia come un suono fesso. Il caso Rai-Mediaset è soltanto l'ultimo in cui il «si sapeva» è risuonato tonante e potente. E si sapeva sì! Se scompare Enzo Biagi e al suo posto arrivano Max e Tux, chi poteva non vedere, non capire? Naturalmente il «si sapeva» ha una sua straordinaria peculiarità: assolve in qualche modo ciò che si sapeva, anestetizza il fatto. Se lo conoscevi già, e ci vivevi in mezzo, e sei qui a raccontarlo e a dire «si sapeva», vuol dire che non era così grave. E poi, cose del passato: l'imperfetto non mente. Michele Serra si è giustamente augurato che gli anticorpi arrivino durante la malattia, non dopo, a fare gli spiritosi e a dire «lo sapevo». Però.
Però è un fatto che quando gli anticorpi arrivano puntuali, quando qualcuno si agita un po' e dice «io so», invece di dire dopo «lo sapevo», viene trattato come un mezzo matto. Chi dice «io so» in tempo reale è sempre minoranza, o trattato come un rompicoglioni. Qui si parla di infedeltà aziendali e asservimenti politici, ed è grave. Ma rallegriamoci: ci sono cose ancor più gravi su cui pochi oggi dicono «io so» e molto domani diranno «lo sapevo». Le future pensioni dei lavoratori instabili saranno da fame. Io lo so. Lo sanno anche gli economisti, che cominciano a valutare le curve dei consumi di una categoria a venire, già prevista dalle statistiche, quella dei pensionati poveri. Dire «lo sapevo» tra dieci o vent'anni sarà soltanto una beffa in più. Eppure la sensazione è che chi dice «io so» prima, o durante, passa sempre per incendiario, ideologico, guastafeste e provocatore. Insomma, un irrequieto che disturba il manovratore. Lo stesso manovratore che tra qualche anno dirà «lo sapevo». Proprio come succede oggi con il naufragio del maggioritario.
«Lo sapevo, quindi non so»
Alessandro Robecchi
Pasolini diceva «io so», era rivoluzionario. L'Italia di oggi, praticamente in coro, dice «lo sapevo», ed echeggia come un suono fesso. Il caso Rai-Mediaset è soltanto l'ultimo in cui il «si sapeva» è risuonato tonante e potente. E si sapeva sì! Se scompare Enzo Biagi e al suo posto arrivano Max e Tux, chi poteva non vedere, non capire? Naturalmente il «si sapeva» ha una sua straordinaria peculiarità: assolve in qualche modo ciò che si sapeva, anestetizza il fatto. Se lo conoscevi già, e ci vivevi in mezzo, e sei qui a raccontarlo e a dire «si sapeva», vuol dire che non era così grave. E poi, cose del passato: l'imperfetto non mente. Michele Serra si è giustamente augurato che gli anticorpi arrivino durante la malattia, non dopo, a fare gli spiritosi e a dire «lo sapevo». Però.
Però è un fatto che quando gli anticorpi arrivano puntuali, quando qualcuno si agita un po' e dice «io so», invece di dire dopo «lo sapevo», viene trattato come un mezzo matto. Chi dice «io so» in tempo reale è sempre minoranza, o trattato come un rompicoglioni. Qui si parla di infedeltà aziendali e asservimenti politici, ed è grave. Ma rallegriamoci: ci sono cose ancor più gravi su cui pochi oggi dicono «io so» e molto domani diranno «lo sapevo». Le future pensioni dei lavoratori instabili saranno da fame. Io lo so. Lo sanno anche gli economisti, che cominciano a valutare le curve dei consumi di una categoria a venire, già prevista dalle statistiche, quella dei pensionati poveri. Dire «lo sapevo» tra dieci o vent'anni sarà soltanto una beffa in più. Eppure la sensazione è che chi dice «io so» prima, o durante, passa sempre per incendiario, ideologico, guastafeste e provocatore. Insomma, un irrequieto che disturba il manovratore. Lo stesso manovratore che tra qualche anno dirà «lo sapevo». Proprio come succede oggi con il naufragio del maggioritario.
giovedì 22 novembre 2007
consigli di lettura
segnaliamo il libro-dialogo tra Pietro Ingrao e Claudio Carnieri
http://www.mannieditori.it/index_x.asp?id=1143&contenuto=dettaglio_libri
mercoledì 21 novembre 2007
Novità nella Circoscrizione
ciao a tutti,
in queste settimane stiamo costruendo il nuovo gruppo consigliare della Sinistra Unita anche nella Circoscrizione "Velino".
appena costituito, daremo notizie più dettagliate e sarà attivo un blog del gruppo.
il gruppo sta preparando mozioni sui temi del traffico, dello sviluppo turistico, per creare in ogni paese della Circoscrizione un Centro Aggregativo a disposizione delle Associazioni, per dotare il territorio dei servizi telefonici a banda larga.
questi sono i primi temi sui quali lavoreremo con la gente.
per il momento ho chiesto all'ASM di Terni di incrementare la presenza nel territorio di cassonetti per la raccolta differenziata e per la raccolta di materiale organico, una richiesta fatta a gran voce da molti cittadini.
alla prossima!
Tommaso Sabatini
consigliere SD "Velino"
in queste settimane stiamo costruendo il nuovo gruppo consigliare della Sinistra Unita anche nella Circoscrizione "Velino".
appena costituito, daremo notizie più dettagliate e sarà attivo un blog del gruppo.
il gruppo sta preparando mozioni sui temi del traffico, dello sviluppo turistico, per creare in ogni paese della Circoscrizione un Centro Aggregativo a disposizione delle Associazioni, per dotare il territorio dei servizi telefonici a banda larga.
questi sono i primi temi sui quali lavoreremo con la gente.
per il momento ho chiesto all'ASM di Terni di incrementare la presenza nel territorio di cassonetti per la raccolta differenziata e per la raccolta di materiale organico, una richiesta fatta a gran voce da molti cittadini.
alla prossima!
Tommaso Sabatini
consigliere SD "Velino"
giovedì 30 agosto 2007
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